Borrell all’Avana tace sugli oltre 1000 prigionieri politici, 14 in sciopero della fame, ma nel suo primo incontro organizzato dalla dittatura la motiva così: “potete diventare la Maiorca dei Caraibi”
Un disastro la politica estera UE verso Cuba degli ultimi sei anni, una politica che continua senza nessuna pressione sul fronte dei diritti umani nei confronti del regime
L'Alto Rappresentante dell'Unione Europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha iniziato oggi la sua visita a Cuba-che si concluderà sabato-per partecipare al III Consiglio congiunto Unione Europea-Cuba. I Difensori dei diritti civili avevano chiesto all'alto rappresentante di includere nella sua agenda la grave situazione dei diritti umani che il paese sta vivendo, così come il rilascio dei prigionieri politici, più di mille. Invece è escluso che Borrell presenti la lista dei prigionieri politici al regime. Il primo evento convocato dalla delegazione dell'UE a Cuba è stato un incontro con le presunte (in quanto se non comuniste vengono vessate con tasse assurde) PMI private (micro, piccole e medie imprese), per parlare delle "sfide e opportunità per questi nuovi attori economici”. Nell’occasione il catalano che presiede la politica della UE ha dichiarato che le presunte PMI sarebbero nella sua visione di mondo “la manifestazione di un modello di società, un modello di società basato sulla libertà”. E mentre le Organizzazioni per i diritti umani e gli attivisti sottolineano l’obbligo morale del rappresentante UE di “denunciare le crescenti violazioni dei diritti umani sull'isola, l'importanza della società civile indipendente che partecipa agli scambi con l'UE, oltre a chiedere che il regime cubano rispetti l'Accordo di dialogo politico e cooperazione (ADPC)”, domani, venerdì, Borrell parteciperà alle riunioni del consiglio congiunto UE-Cuba – che si riunisce periodicamente, secondo l'Accordo di dialogo politico e cooperazione (ADPC) – e terrà un incontro con il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez. "Per anni, i socialisti europei hanno criticato la posizione comune dell'Unione europea su Cuba, sostenendo l'assenza di risultati positivi; ecco perché è nata l'iniziativa per un dialogo politico e un accordo di cooperazione. Dopo cinque anni, vale la pena valutare i loro risultati e adottare nuove strade. Negli ultimi cinque anni, le violazioni dei diritti umani sono peggiorate nel paese, con più di mille prigionieri politici e un nuovo codice penale e leggi complementari che minacciano le libertà fondamentali”, denunciano le ONG. Invece sembra che nulla sia cambiato rispetto al 2019, quando la UE scrisse nero su bianco che Cuba sarebbe “una democrazia a partito unico” (senza ironia) e quando, nel 2021, in un'intervista a CubaNet, l'allora ambasciatore dell'UE a L'Avana, lo spagnolo di Tenerife, Alberto Navarro, dichiarò che "Cuba non è una dittatura, ovviamente no.”